Pierangelo Tronconi
Pierangelo Tronconi è nato a Rovescala (Oltrepò Pavese) il 23 marzo 1921.
Appena dodicenne ha i primi “rivoluzionari” insegnamenti di Osvaldo Bot, pittore futurista piacentino. Adolescente frequenta lo studio di Uberto Rognoni ,sensibilissimo pittore milanese post impressionista.
In realtà si può dire autodidatta.
Nell’immediato dopoguerra ,fra il 1945 e il 1946, l’amico Alberto Cavallari ,giornalista e scrittore divenuto poi direttore del “Corriere della Sera” gli fa conoscere gli artisti che gravitano intorno alle riviste “ Numero” e “Il 45” con i quali vive i momenti esaltanti della vita culturale allora in piena esplosione a Milano.
Nei primi anni Cinquanta trova lavoro come graphic-designer presso la C.P.V, allora prestigiosa agenzia internazionale di pubblicità, e in seguito (1957) presso la Mondadori Editore dove si afferma come uno dei protagonisti del successo della rivista “Grazia”, che diventa leader nel mondo dei periodici femminili.
Solo nel 1962 con una “personale” alla Galleria Vinciana di Milano ha i primi riconoscimenti in quel contesto storico culturale indirizzato a dare a new image of man. come si diceva allora da un fortunato libro americano.
Da quel momento viene invitato a molte rassegne nazionali e internazionali indicato da alcuni critici come uno degli artisti più stimolanti della “nuova figurazione” . Infatti gli vengono assegnati numerosi premi fra cui ricordiamo il terzo premio al Premio Nazionale Scalarini (1965) a Reggio Emilia, il terzo premio all’XI Premio Ramazzotti (Milano, Palazzo Reale ,1966) , il primo premio al Premio Internazionale Mitam (Milano, Palazzo della Permanente, 1968)., il primo premio al Premio Nazionale Vasto di Pittura Contemporanea (1970).
Tronconi ama definirsi “contenutista” (…aggettivo coniato da Piero Calamandrei) : in realtà pur subendo il fascino della pittura informale di un Sam Francis, di un Rothko o di un Pollok che giunge al formalismo più esasperato , deplora la cacciata della figura umana dalla rappresentazione artistica . E così , a suo modo, si muove nel solco di Bacon e di Giacometti non immemore, per altro, dei grandi espressionisti austriaci e tedeschi. I fantasmi della fragilità e dell’errore con le apparenze contradditorie e inquietanti della realtà diventano allora il motivo delle sue rappresentazioni .
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Les parapluies,.olio - cm. 100x90 - 1995
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Allegoria, olio - cm. 180x250 - 1989
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